Effetto di Alteplase per via endovenosa sulla lesione cerebrale ischemica a 24-48 ore dall'ictus ischemico


Si è determinato se Alteplase ( Actilyse ) sia in grado di alterare lo sviluppo di lesioni ischemiche a livello cerebrale dopo l'ictus.

Lo studio randomizzato e controllato IST-3 ( Third International Stroke Trial ) di Alteplase per via endovenosa nell'ictus ischemico, ha valutato la tomografia computerizzata ( CT ) o la risonanza magnetica ( MR ) cerebrale al basale ( pre-trattamento ) e nel periodo da 24 a 48 ore post-trattamento per la visibilità, l'estensione e il gonfiore della lesione acuta.

Sono state analizzate le associazioni tra allocazione del trattamento, cambiamento delle apparenze del tessuto cerebrale tra l'imaging di base e di follow-up e l' esito funzionale a 6 mesi in IST-3.

È stata effettuata una meta-analisi di studi randomizzati di Alteplase versus controllo con imaging pre-randomizzazione e post-randomizzazione.

Su 3.035 pazienti reclutati in IST-3, 2.916 avevano imaging cerebrale di base e di follow-up.

La progressione nell'estensione della lesione o gonfiore ha predetto indipendentemente un esito peggiore a 6 mesi ( odds ratio aggiustato, aOR=0.92, P minore di 0.001; aOR=0.73, P minore di 0.001, rispettivamente ).

I pazienti trattati con Alteplase avevano meno probabilità dei controlli di sviluppare una maggiore visibilità della lesione al follow-up ( OR=0.77, P minore di 0.001 ), ma non è stato dimostrato che Alteplase riducesse la progressione del grado della lesione o del gonfiore.

Nella meta-analisi di 6 studi comprendenti IST-3 ( n=4.757 ), l'allocazione ad Alteplase è stata associata a una riduzione del grado della lesione ischemica nell'imaging di follow-up ( OR=0.85, P=0.004 ).

Alteplase è risultato associato a una ridotta progressione a breve termine nella visibilità della lesione.
Nella metanalisi, Alteplase ha ridotto il grado della lesione.
Questi esiti potrebbero indicare che Alteplase migliora l'esito funzionale riducendo il danno tissutale. ( Xagena2018 )

Mair G et al, Neurology 2018; 91: e2067-e2077

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